Per avere un’idea precisa, il comparto Legal Tech ha visto nascere nel mondo tra il 2010 e oggi, circa 4.000 Startup. Al momento si sono registrate 75 Exit che assommano circa 330 milioni di dollari. 46 sono avvenute negli Stati Uniti, 7 in UK, 5 in Germania, 4 in Canada, 3 in Danimarca. 394 Startup hanno ricevuto investimenti per un totale di circa 1 miliardo di dollari.

Inoltre sta prendendo sempre più piede l’innovazione portata dalla prediction technology, giustizia predittiva: l’obiettivo è la previsione delle decisioni dei giudici attraverso l’applicazione di algoritmi.

In generale la tecnologia ha determinato molte trasformazioni nella professione legale ma ora con l’introduzione dell’intelligenza artificiale e la costituzione a tutti gli effetti di un comparto denominato Legal Tech nell’ambito del mondo delle startup digitali, già avanzato nel mondo anglosassone, le cose sembrano siano destinate a stravolgere completamente l’organizzazione degli studi legali.

Le aspettative per l’intelligenza artificiale sono alle stelle, ma cosa stanno facendo attualmente gli studi legali in Italia? Il divario tra le ambizioni e la capacità di esecuzione è grande nella maggior parte delle organizzazioni. Che differenza c’è tra l’approccio dei grandi studi e quello dei piccoli? Per cercare di limitare l’ambito di analisi, in una nostra recente ricerca, abbiamo deciso di sviluppare un approfondimento sul knowledge management, ovvero le modalità attraverso le quali gli studi legali e gli avvocati gestiscono e utilizzano il proprio patrimonio più rilevante, la loro conoscenza, le attività realizzate per i propri clienti.

Una recente ricerca intitolata “Future Ready Lawyer Survey 2020: Performance Drivers” condotta da Wolters Kluwer su un panel di 700 professionisti che lavorano in studi legali, corporate legal department e società di consulenza negli Stati Uniti e in Europa, evidenzia come la maggior parte dei professionisti legali ritenga che una delle priorità sia migliorare produttività ed efficienza per soddisfare le aspettative dei clienti. Per questo è necessario promuovere l’innovazione ed efficientare i costi, affrontando la crescente complessità del mercato. Una tendenza ulteriormente amplificata dalla crisi in atto, che avrà inevitabilmente un forte impatto strutturale su tutto il settore legale.

La crisi sanitaria in corso ha reso ancora più evidente il ruolo fondamentale svolto dalle tecnologie nel mondo legale. Durante il lockdown, strumenti e competenze digitali hanno permesso alla maggior parte dei professionisti di mantenere la propria operatività da remoto. Inoltre, saper cogliere al meglio le opportunità dell’innovazione tecnologica permette di essere maggiormente competitivi nel panorama legale contemporaneo.

La ricerca ha messo in luce, inoltre, i gap tra le richieste del mercato e la capacità di risposta delle organizzazioni legali, comuni sia agli studi legali che agli uffici legali delle aziende. La distanza tra domanda e offerta riguarda in particolare la comprensione delle necessità, le aspettative del cliente e il livello delle performance. Il 79% dei corporate legal counsel indica come priorità l’efficienza e la produttività degli studi legali con cui collaborano, favorite anche dall’utilizzo della tecnologia. Nei prossimi tre anni, l’81% di loro ne terrà conto nella selezione dei propri consulenti. Ad oggi solo il 28% delle law firm afferma però di corrispondere a queste caratteristiche.

Principali risultati della ricerca “Future Ready Lawyer Survey 2020: Performance Drivers” condotta da Wolters Kluwer

Top trend e preparazione del settore legale

Nei prossimi tre anni, gli avvocati prevedono che la professione legale sarà influenzata da alcuni trend, primo fra tutti la tecnologia, come ha dichiarato il 76% degli intervistati. I primi cinque trend che impatteranno maggiormente il settore legale:

  • Importanza sempre maggiore della tecnologia – 76%
  • Soddisfazione delle richieste del cliente/mantenere o raggiungere una posizione di leadership – 74%
  • Migliore efficienza e produttività – 73%
  • Capacità di acquisire e trattenere i talenti – 73%
  • Gestione del volume e complessità delle informazioni – 72%

La relazione cliente – professionista legale

Dalla ricerca Future Ready Lawyer emerge il divario tra le aspettative degli uffici legali interni e la capacità delle law firm di soddisfarle.

Il 79% dei corporate legal counsel indica come caratteristica fondamentale degli gli studi con cui collaborano l’efficienza e la produttività, ma solo il 28% delle law firm ha affermato di poter descrivere in questo modo la propria organizzazione.

I gap emersi influiscono negativamente sul livello di soddisfazione dei clienti. Infatti, solo il 26% dei corporate legal counsel è soddisfatto dello studio che li assiste.

L’82% dei corporate legal counsel sottolinea come l’innovazione tecnologica sia un requisito importante nella selezione di uno studio legale. La ricerca evidenzia come sempre di più l’utilizzo della tecnologia sia un aspetto cruciale per soddisfare i bisogni del cliente. Gli uffici legali aziendali hanno investito in tecnologia per accrescere produttività ed efficienza e si aspettano lo stesso dai loro legali esterni.

Nei prossimi tre anni, l’81% dei corporate legal department chiederà agli studi con cui prevede di collaborare di descrivere il modo in cui utilizzano la tecnologia per migliorare la produttività e l’efficienza, un requisito che oggi viene valutato solo dal 41% degli intervistati. Un dato che potrebbe crescere ulteriormente alla luce della recente crisi, che pone a rischio la continuità operativa delle organizzazioni meno strutturate da un punto di vista tecnologico.

I cambiamenti nei corporate legal department

Le priorità dei corporate legal department per i prossimi tre anni saranno: ridurre e controllare i costi dei consulenti legali esterni, gestire le crescenti richieste dirette all’ufficio legale aziendale, automatizzare le attività di routine e fare leva sulla tecnologia nei processi. Il maggior cambiamento atteso, invece, è legato all’innovazione tecnologica: l’82 % si aspetta un utilizzo maggiore per migliorare la produttività anche se il divario tra livello di conoscenza e livello di preparazione è profondo quando si tratta di tecnologie trasformazionali, che permetterebbero di efficientare davvero i processi. Pe il 67% i Big Data e l’analisi predittiva sono le tecnologie trasformazionali che avranno un profondo impatto nei prossimi tre anni, ma nonostante questo solamente il 25% dichiara di conoscerle bene.

I cambiamenti negli studi legali

Il mercato degli studi legali sta cambiando velocemente, le law firm devono competere non solo tra loro ma anche con gli alternative legal service e, in alcuni casi, con le competenze dei clienti stessi. Per soddisfare le aspettative delle aziende, il 67% degli studi legali dichiara di investire in nuove tecnologie per supportare le attività dei clienti, il 39% sta modificando il proprio business con un approccio attento al feedback del cliente mentre il 36% sta implementando l’ottimizzazione dei processi.

Data la crescente importanza della tecnologia in ambito legale, è evidente come gli studi legali pianifichino investimenti in tecnologia: il 60% prevede di aumentare il proprio budget per lo sviluppo tecnologico nei prossimi tre anni. Anche per gli studi legali lo scoglio rimane, però, la preparazione: solo il 29% ritiene di comprendere le soluzioni tecnologiche disponibili e scende al 24% la percentuale di chi ritiene che il proprio personale sia in grado di sfruttarla efficacemente. Per quanto riguarda l’utilizzo della tecnologia, il 27% è pronto ad utilizzarla per essere più produttivo, mentre il 26% per migliorare i servizi ai clienti. Per quanto riguarda la tipologia di tecnologie di maggiore impatto nei prossimi tre anni, al primo posto troviamo l’intelligenza artificiale per il 59% degli intervistati, anche se solo il 22% dichiara di conoscerne l’effettivo funzionamento.

La tecnologia è il vantaggio del Future Ready Lawyer

La crisi ha messo sotto pressione anche i professionisti del mondo legale, accelerando il percorso verso l’utilizzo di soluzioni tecnologiche. Molti legali si trovano già a buon punto di questa trasformazione, ma i diversi settori si muovono con tempistiche differenti.

La ricerca Future Ready Lawyer 2019 aveva evidenziato come i Technology leaders – i professionisti legali che sfruttano già le tecnologie – hanno saputo performare meglio rispetto a chi non ha puntato sullo sviluppo digitale. Il 2020 ha confermato questa tendenza. Tra i corporate legal department, il 62% dei “technology leaders” hanno registrato un aumento della redditività, evidenziata solo dal 39% delle imprese “transitioning”. I “technology leaders” hanno avuto performance migliori anche rispetto alla preparazione riguardante la tecnologia, il personale, l’organizzazione e l’attenzione al cliente.