La chiave di volta per la crescita e la sostenibilità economica dell’Italia non può passare solamente dalla ricerca di nuovi lavoratori ma dalla trasformazione dell’organizzazione del lavoro attraverso automazione e digitalizzazione: ecco lo spirito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).

Nel PNRR, Piano nazionale di ripresa e resilienza, viene espressa l’ambizione di essere i primi a individuare una via d’uscita concreta alle conseguenze economiche e sociali della pandemia. Il Piano mette nero su bianco i progetti e ci permette di entrare nel merito delle direttrici delineate dal perimetro dell’intervento, dei pesi diversi scelti tra le diverse opzioni in campo. L’obiettivo del Governo è diventare leader e non restare follower costruendo un ecosistema positivo per far ripartire il nostro sistema economico attraverso una visione nuova e con il necessario sprint proprio per riuscire a solcare per primi le praterie che si potrebbero aprire in termini di crescita inorganica. Il PNRR al momento prevede risorse per 210 miliardi di euro circa.

Daniele Franco, Ministro dell’Economia e delle finanze, incaricato della stesura finale del PNRR da consegnare entro il 30 aprile a Bruxelles, ha conferito in audizione alla Camera lunedì 8 marzo. È stato confermato che il punto di partenza di quest’ultima fase è rappresentato dal testo approvato dal Consiglio dei Ministri il 12 gennaio, che già contiene l’atto di indirizzo del Parlamento dell’ottobre 2020 e le prime indicazioni emerse dal confronto con la task-force della Commissione europea. I progetti saranno scelti sulla base di tre caratteristiche: realizzabilità, accountability e monitorabilità. Il criterio della realizzabilità significa progetti concretizzabili nell’arco dei sei anni del programma. Per ogni singolo intervento, il Piano dovrà indicare la struttura di governo responsabile, individuare gli organi responsabili della loro realizzazione e le modalità di coordinamento delle diverse autorità coinvolte. I paesi dovranno impegnare i fondi ricevuti entro il 2023, il 70 per cento delle risorse andrà impegnato entro il 2022. L’effettiva erogazione delle risorse sarà subordinata al conseguimento di obiettivi intermedi e finali, questi dovranno essere fin da subito definiti in modo realistico e verificabile.

Per continuare a leggere l’analisi di Maurizio Carmignani realizzata per Agenda Digitale clicca qui https://www.agendadigitale.eu/infrastrutture/piano-nazionale-di-ripresa-e-resilienza-la-grande-scommessa-per-dare-un-futuro-allitalia/