In Italia la crescita economica è stata la grande assente degli ultimi decenni. Se si eccettua la forte ripresa intervenuta nella fase post-pandemica il ritmo di crescita strutturale dell’economia italiana appare tra i più deboli nei principali paesi.
Tra i nodi fondamentali da affrontare e che contribuiscono in maniera significativa a spiegare le deludenti performance dell’Italia in termini di crescita e di dinamica della produttività, quello della bassa propensione agli investimenti in Ricerca e Sviluppo (R&S) risulta essere particolarmente rilevante. Inoltre, come evidenziato nel Rapporto, la struttura produttiva italiana
caratterizzata da una prevalenza di PMI, che con grandi capacità e sacrificio rappresentano l’economia diffusa, tuttavia, oltre a non poter contribuire in modo rilevante all’intensità degli
investimenti in R&S rispetto al PIL, non favorisce la diffusione e il pieno utilizzo delle tecnologie digitali, con effetti negativi sulla dinamica della crescita e della produttività.
La performance italiana si inserisce, poi, in un quadro di debolezza dei paesi europei rispetto allo sviluppo di capacità tecnologiche e produttive particolarmente rilevanti nell’ambito delle transizioni gemelle (digitale e verde), che rappresentano le direttrici principali lungo le quali si svilupperà la crescita economica nei prossimi anni. L’Europa, in particolare, non ha saputo essere
competitiva nella prima ondata della rivoluzione digitale. Un numero ridotto di grandi imprese tecnologiche (Big Tech), per la maggioranza statunitensi ma anche cinesi, detiene
attualmente la gran parte dei dati disponibili, condizione che mette a rischio la capacità delle aziende data-driven europee di approfittare, anche attraverso gli strumenti forniti dall’Intelligenza Artificiale, delle grandi opportunità offerte dall’utilizzo della nuova ondata di dati provenienti dal mondo industriale e dalle applicazioni IoT (Internet of Things).
L’abilità delle diverse aree economiche di allineare le proprie capacità tecnologiche e produttive rispetto all’evoluzione dei principali megatrend ne determinerà in modo rilevante le traiettorie di crescita e il peso sul piano geostrategico. Il diverso ritmo di crescita delle economie, infatti, non determina soltanto diversi livelli di benessere nei vari paesi ma influenza in maniera decisiva i rapporti di forza tra questi e gli assetti geopolitici. Nello specifico, a livello globale è in atto una forte competizione tecnologica, che riguarda in particolare ambiti strategici come i settori
della difesa, quello spaziale e della sicurezza così come le prestazioni e la solidità delle infrastrutture di rete fissa a banda ultra-larga e di rete mobile 5G, e in futuro 6G.
Queste saranno le strutture portanti dello spazio digitale europeo, e dunque delle tecnologie di frontiera a maggior impatto quali quelle legate al cloud, all’intelligenza artificiale e all’IoT, con effetti rilevanti in ogni settore dai trasporti, all’energia, la sanità, i sistemi finanziari e di pagamento e le telecomunicazioni.
Estratto dall’introduzione di Rosario Cerra Presidente del Centro Economia Digitale il rapporto completo è scaricabile qui